Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > tradimenti > La Psicologa
tradimenti

La Psicologa


di benves
05.05.2025    |    215    |    0 9.2
"Mi chiamo Giulia, all'epoca del fatto avevo 35 anni, ero sposata da 5 anni ed avevo una bambina di 3 anni..."
Mi chiamo Giulia, all'epoca del fatto avevo 35 anni, ero sposata da 5 anni ed avevo una bambina di 3 anni.
Sono di Roma ma vivevo e vivo tutt'oggi a Reggio Emilia

Faccio la psicologa e all'epoca del racconto da circa due anni ed avevo iniziato a collaborare con una nota piattaforma che mi permetteva di allargare gli orizzonti della mia clientela

Tra i miei clienti uno in particolare aveva iniziato un cammino terapeutico da circa 12 mesi; si era rivolto a me per il contenimento della rabbia e combattere la fame da stress.

Stefano era un libero professionista molto affermato nel suo campo, è per questo che si era rivolto ad una piattaforma web per chiedere aiuto psicologico e non ad un professionista della sua zona

Dopo circa due mesi era riuscito ad aprirsi e stavamo pian piano cercando di scavare nel suo profondo per capire la/le causa/e scatenanti dei suoi malesseri
Le nostre sedute settimanali erano diventate una sorta di confessionale, era libero di aprirsi e di dirmi tutto senza paura di essere giudicato, solo alla ricerca della sua stabilità interiore

Solitamente riesco ad estraniarmi dai pazienti ma quella volta con lui era diverso, inconsciamente mi sentivo coinvolta in ciò che gli accadeva

Stefano non era bello, se per ci vedessimo via web vedevo un uomo grosso e pelato ma, il suo sguardo ed il suo modo di raffrontarsi a me, mi affascinavano
Gli altri invece mi ritenevano bella, alta 1,70 mora capelli corvini, occhi verdi ed una terza di seno ma, non mi sentivo bella mi ci facevano sentire gli altri

Talvolta la sera da sola sul divano davanti alla TV, mentre marito e figlia dormivano, fantasticavo su di lui; ripeto era l'antitesi del bello ma il fascino non deriva dalla bellezza, è una dote innaturale, è un falso valore e chi ce l'ha non si rende conto neppure di averlo ...insomma le mie erano solo fantasie, mi vedevo accanto a lui a consolarlo ad asciugare quelle lacrime che mi aveva regalato durante alcune sedute, segno di fragilità interna e di bontà d'animo.
Mi vedevo ad accudirlo come la moglie rigida e crudele non riusciva, solo io avevo carpito la sua sensibilità, avevo compreso come dietro quella sua maschera da uomo rude si nascondesse invece qualcuno che aveva paura di essere nuovamente ferito.
Mi vedevo mentre gli stringevo le sue manone e guardandolo negli occhi gli avrei fatto capire che non era solo a questo mondo che oltre al lavoro esiste altro, lo volevo libero dalle catene di un matrimonio ormai inaridito accanto ad una persona che non lo meritava.
Mi vedevo a baciarlo profondamente, a non riuscire ad abbracciarlo da quanto era grosso ma a sentirmi al tempo stessa protettrice e protetta...
Mentre seguivo quei pensieri la mia mano scese sotto il pigiamone, alla ricerca della mia intimità, trovandola inaspettatamente bagnata.
Rimasi stupita di me stessa, mi alzai, preparai la solita tisana calda e mi recai a dormire.

Quel pensiero incominciò a ripetersi sempre più spesso, sempre più frequente; dopo ogni seduta la sera si ripresentava più prepotente arrivando persino a masturbarmi immaginando che a farlo fosse lui.
Stavo perdendo la lucidità e l'etica, temevo di non essere più professionale ma, decisi di correre il rischio, del resto ci separavano centinaia di chilometri, sarebbe bastato spegnere la connessione per riacquistare lucidità.
Io sapevo molto di lui ma lui non sapeva niente di me ed invece....
Nel corso di una seduta mi disse di aver visto il mio profilo sul sito del mio albo professionale e che tra qualche settimana, per lavoro, doveva recarsi in una città vicino a dove io avevo il mio studio per fare delle consulenze e che si sarebbe trattenuto un paio di settimane.

La cosa mi lasciò perplessa quando mi chiese di fare delle sedute di persona.

Sapevo di avere l'agenda libera da appuntamenti in quel periodo ma presi tempo per riflettere

Un turbinio di sensazioni mi pervasero, paura eccitazione curiosità...così ne parlai con mio marito tralasciando di confessare naturalmente ciò che quell'uomo stava provocando in me e chiedendo la sua disponibilità a cenare tutti assieme prima di intraprendere le sedute richieste, in modo da capire che tipo fosse.

Mio marito rassicurandomi, anche perché avevamo bisogno di soldi, si rese disponibile, quindi ricontattai Stefano e fissai una cena preliminare e gli appuntamenti successivi presso il mio studio.

Le sedute via web che ci divisero dall'incontro di persona filarono lisce, ossia approfondimmo i vari argomenti senza fare cenno ai prossimi incontri ma, dentro di me il fuoco saliva, cercavo ogni volta dallo schermo del pc di intravedere nuovi particolari di quell'uomo che stava suscitando in me sensazioni mai provate prima

Finalmente il fatidico giorno della cena arrivò, fissammo la baby sitter e ci preparammo

Non volevo dare adito ad equivoci così scelsi un abbigliamento molto professionale, tailleur pantalone blu, camicetta bianca, scarpe décolleté , un filo di trucco appena accennato e capelli liberi di scendere lungo la mia schiena. Nessun anello e solo la fede ben in evidenza

Stefano mi aveva accennato dove avrebbe alloggiato così, per evitare di fargli prendere la macchina mio marito aveva prenotato in un locale vicino al suo hotel muovendoci noi in auto per arrivare da lui

Avevamo fissato alle 20:30, ero agitatissima ed anche mio marito se ne accorse, tant’è che sottolineò “sembri una adolescente al primo appuntamento”.
Mi giustificai dicendo che era la prima volta che una persona cui faccio terapia via web si materializza, quindi devo cercare di mantenere un comportamento professionale ma al tempo stesso inclusivo.

Stefano arrivò puntualissimo con un mazzo di girasoli in mano

La cosa lasciò indifferente mio marito mentre io apprezzai molto quei fiori desueti come regalo anche perché simboleggiano la luce, la vita, la positività, l'allegria e la speranza.
Solo chi apprezza la natura e conosce il linguaggio dei fiori poteva capire.
Da vero gentiluomo mi fece il baciamano, la cosa mi imbarazzò alquanto, non ero abituata a certe galanterie.

Stefano era un omone di 140 kg per circa 180 cm di altezza, molto burbero d’aspetto, incuteva quasi timore ma, dalla terapia con lui, sapevo che quella era solo una maschera
Aveva sofferto molto in passato e non voleva quindi esporre la sua vulnerabilità all’esterno.
Non solo, il lavoro che faceva richiedeva che lui apparisse austero, burbero, insomma un duro.

Mio marito e Stefano entrarono subito in sintonia ed anche io quindi sciolsi i miei timori iniziali passando una bellissima serata.
Stefano non andò mai oltre le righe, stette sempre al suo posto giocando il ruolo che del resto si era costruito.
Solo io intravidi degli sguardi particolari rivolti alla mia persona, non ero certa che fossero reali o frutto delle mie fantasie.

Tornati a casa mi chiusi in bagno e mi masturbai pensando a Stefano
Quell’uomo nella sua rude semplicità mi affascinava, mi attraeva la sua doppia personalità, l’essere burbero fuori e tenerone dentro.
Non era bello ma irragionevolmente mi trovavo attratta da lui
Io via web l’avevo visto piangere nel ricordare episodi del suo passato, conoscevo le sue fragilità, io solo io e forse pochi altri sapevano chi era il vero Stefano e, ne apprezzavo ogni sfumatura.
Era un gigante dal cuore tenero, un po' come un riccio di mare duro e spinoso fuori ma tenerissimo e gustoso dentro.

Il giorno seguente iniziavano le sedute, lui sarebbe rimasto in zona circa due settimane e, mi aveva chiesto 3 sedute a settimana; questo perché poi sarebbe dovuto partire per l’estero e per un mese non avremmo più potuto fare sedute a causa del differente fuso orario.

Alla prima seduta ero agitatissima invece, la sua cortesia la sua gentilezza ed il suo modo di fare mi misero a mio agio.
Stefano continuava il suo percorso terapeutico, si apriva a me come a nessun altro, si vedeva che sfogarsi lo faceva sentire bene e ciò mi gratificava
Alla fine di quella prima seduta mi salutò inaspettatamente con un bacio sulla guancia, la cosa mi imbarazzò ma al tempo stesso mi fece enormemente piacere.
Aveva un odore buonissimo, non so che profumo usasse ma era inebriante.
Nel pomeriggio ripensavo a quella prima seduta, a come un uomo che fisicamente non ha nulla di attraente (del resto era un omone calvo ed obeso) invece avesse molto fascino da annichilire la sua fisicità e creare sensazioni erotiche in una donna.

Alla seconda seduta andammo ad indagare su argomenti spinosi, volevo che tirasse fuori il suo dolore e riuscii nel mio intento.
Pianse almeno un quarto d’ora, ma quel pianto fu liberatorio, i fantasmi del suo passato vennero fuori, il suo conflitto interiore stava emergendo, le cause scatenanti dei suoi dolori stavano prendendo forma.
Mentre mi raccontava di lui, steso sul divanetto, mi chiese di potermi prendere la mano a conforto.
Non ero avvezza al contatto fisico con i pazienti ma stranamente acconsentii
La strinse forte mentre faceva emergere le sue paure, le sue fragilità, la sua interiore essenza.
A fine seduta si scusò di aver osato chiedermi la mano, risposi candidamente con un semplice sorriso.
Ci congedammo con il solito bacino.
Ogni volta era più bello quel bacio
Il suo profumo intenso mi penetrava dalle narici, dentro di me fino ad arrivare alla parte più scura della mia essenza, del mio essere donna.
Le mie fantasie su di lui prendevano forma sempre più nitide ma...erano fantasie e volevo rimanessero tali !!!

L’incontro del venerdì approfondì gli argomenti precedenti, andando a scavare sempre più nella sua anima.
L’idea di non rivederlo per il fine settimana mi faceva impazzire, il fatto che non tornasse dalla sua famiglia, il saperlo solo mi infastidiva ma in realtà avevo voglia di rivederlo e, lontano da quegli incontri formali mi avrebbe permesso di conoscerlo meglio.

Così la sera ne parlai con mio marito e lui, tranquillamente, mi disse che potevamo invitarlo domenica nella nostra casa in campagna, dove avremmo potuto rilassarci mangiando carne alla brace e bevendo del buon vino e nostra figlia stare all’aria aperta.

Mi precipitai a telefonare a Stefano quella sera stessa, dopo un po di remore di cortesia accettò.

Quella domenica lasciai i formalismi, mi vestii con gonna di jeans, camicetta, scarpe da ginnastica e senza trucco, del resto eravamo in un ambiente bucolico e la finalità era il relax
Avevamo preso delle bistecche salsicce e costatine dal nostro macellaio di fiducia.

Stefano arrivò verso le 12:00 portando tre bottiglie di Brunello di Montalcino ed una bottiglia di Don Perignon
Benché fosse consapevole che la location era di campagna non rinunciò a presentarsi elegantissimo indossando abito e scarpe Armani, unica libertà che si era concesso...la mancanza della cravatta.

Dopo i soliti convenevoli, i complimenti alla bimba ed avergli fatto visitare la casa, pur vestito di tutto punto, si propose di aiutare mio marito al barbecue.
I due parvero essere molto in sintonia e la cosa non poteva farmi che piacere, anche se fisicamente erano all’opposto.
Mio marito snello e muscoloso con una folta chioma e Stefano grosso e pelato.
Mio marito aveva poca capacità lessicale e modi di fare rudi mentre Stefano aveva una grande capacità di linguaggio e grande savoir-faire
Ridevano e scherzavano come due vecchi amici mentre io me ne restavo in disparte con la bimba ad osservarli

Il pranzo andò benissimo, mangiammo e bevemmo a volontà (soprattutto bevemmo).
Stefano si era seduto difronte a me, non mi aveva tolto gli occhi di dosso, aveva passato ogni centimetro del mio corpo ai raggi X.
La cosa mi lusingava, del resto ogni donna apprezza il corteggiamento discreto e non invadente
A parte gli sguardi non aveva fatto né una mossa né un discorso fuori luogo, forse pensai, aspetta un segnale da me...

Alla fine del pranzo mio marito si propose di andare a letto per far addormentare la bimba (in realtà sapevo che avendo lui bevuto più di tutti voleva trovare la scusa per andare a fare un sonnellino senza mancare di rispetto al nostro ospite)

Stefano mi propose una passeggiata lungo il torrente lì vicino, accettai

Mentre passeggiavamo i ruoli si invertirono, fu lui a farmi domande quasi fosse uno psicologo ed io senza problemi risposi senza imbarazzo, fino a quando non mi pose una domanda particolare “sei felice”?

La domanda mi colse di sorpresa, non mi pareva di aver mai dato luogo a dimostrazione di infelicità od altro.
Riflettei un attimo, forse troppo, e risposi “si certamente”

Lui accennò un sorrisetto beffardo e, quasi mi leggesse nel pensiero, mi rispose “puoi mentire a chi vuoi, anche a me, ma non a te stessa”
Quelle parole mi incupirono, veramente aveva capito il mio disagio? Veramente mi aveva letto nella mente e capito che tra me e mio marito c’era un momento statico? L’aveva capito od era un bluff?

La passeggiata proseguì immersi nel silenzio della natura, fino a quando arrivammo sotto un meraviglioso salice piangente; i suoi rami sottili e penduli parvero aspettarci, accoglierci nel suo abbraccio.

Si fermò, mi prese le mani nelle sue e mi fissò negli occhi.

Il suo sguardo intenso parve invadermi, mi sentivo persa nei suoi occhi. Mi stava guardando nell’anima.

Si avvicinò a me, eravamo a pochi centimetri, potevo sentire il suo respiro sul mio volto; il suo profumo intenso mi inebriava a tal punto che, non mi accorsi di quello che stava accadendo.

Fu un attimo, mi ritrovai a baciarlo; un bacio dolce, adolescenziale, gentile non invasivo, non mi sentivo violentata mi sentivo bene.
Volevo da tanto tempo quel bacio, lo agognavo, lo desideravo
Come aveva fatto a capirlo, come sapeva che non mi sarei ritratta, che non lo avrei schiaffeggiato?
Forse voleva testare la mia volontà, la mia disponibilità? Oppure era sicuro che avrei contraccambiato?
Chiusi gli occhi e mi lasciai guidare dalle sensazioni, dall’istinto
Risposi a quel bacio
Le mie mani si staccarono dalle sue e lo abbracciai, mentre le nostre lingue facevano conoscenza
Aveva un sapore buonissimo
Non cercò né di toccare il mio seno né di andare sotto la gonna a cercare qualcosa di più, si limitò a baciarmi
Pareva una pomiciata adolescenziale ma non eravamo adolescenti e proprio per quello è stato meraviglioso, c’era una magia unica ed irripetibile
Non ho idea di quanto tempo passò, so solo che mi sentii felice

Tornammo indietro, mio marito e mia figlia stavano ancora dormendo e non si erano accorti di nulla, non avevo sensi di colpa, ero felice.

Aspettammo il loro risveglio, facemmo assieme merenda poi Stefano si congedò da noi.

Mentre se ne andava provavo tristezza, forse non gli piacevo, avevo fatto qualcosa di sbagliato, perché non ha provato ad andare oltre al bacio pensai.
Questi pensieri mi pervadevano ma al tempo stesso ero felice, perché non avevo dovuto mettere alla prova la mia capacità di resistere alla tentazione e non mancare rispetto a mio marito
In coscienza mia sapevo che se messa alla prova avrei ceduto e questo mi destò ancor più preoccupazione.

Cosa stava accadendo, non mi sentivo felice con la mia famiglia?
Ero in cerca di avventure e non volevo ammetterlo a me stessa?
Ero forse insoddisfatta?
Si i problemi con mio marito c’erano ma non gravi a tal punto da mandare all’aria tutto, la mia era solo una infatuazione mentale, di Stefano avevo scoperto la sua anima fragile e sensibile e mi ero innamorata di quella.
Dovevo lavorare su me stessa e rispondere a questi ed altri interrogativi...

Il giorno dopo avevamo la nostra seduta, era l’ultima settimana ed avevamo programmato 3 sedute a giorni alterni, cosa mi sarei dovuta aspettare?

Lui si presentò regolarmente, facemmo la nostra seduta ma, nel congedarsi da me, stavolta mi baciò sulla bocca ed io risposi al suo bacio abbracciandolo.
Il suo odore mi inebriava
Spostò la bocca dalla mia ed andò a leccarmi il lobo dell’orecchio
Un brivido pervase fulmineo tutto il mio corpo
Mi sciolsi
Lo baciai con fervore, ero assatanata
Mi strinsi forte a lui quasi a non lasciarlo andare poi mi ricordai di avere altri appuntamenti in giornata e quindi a malincuore mi staccai

Mi sorrise e baciandomi nuovamente mi disse “a mercoledì”.

Cosa succedeva, gli avevo fatto capire di essere disponibile, il mio cervello aveva staccato la connessione con il corpo ed i sensi avevano vinto
Non mi ero tirata indietro... non capivo

Quel pensiero mi tenne sveglia tutta la notte, non avevo sensi di colpa e questo era grave
Perché ero attratta da lui che, diciamocelo chiaramente, era bruttino?
Cosa mi attraeva di lui?
Forse la sua anima?
Averlo conosciuto nell’animo prima che nel fisico mi aveva creato attrazione?
Era una attrazione mentale e non fisica?
Poteva essere questa la motivazione?
Francamente mio marito era ed è un bell’uomo, mentre Stefano...con quella pancia…

Si ecco, era una attrazione mentale, dovevo combattere quella ma, è più difficile da combattere di quella fisica perché la mente comanda su tutto.
La mia mente vedeva Stefano bellissimo, i miei occhi erano offuscati e non vedevano la realtà
Come su uno specchio magico l’immagine riflessa di lui era quella interiore
Avrei saputo resistere a tutto ciò?

Più la ragione mi respingeva da Stefano e più la mente lo rendeva desiderabile

Decisi di mettermi alla prova, annullare tutti gli appuntamenti del mercoledì tranne il suo, dovevo venire a capo a questa situazione.
Dovevo rischiare il tutto per tutto”all in”, sarei riuscita a controllarmi?
La risposta mi arrivò quasi scontata, no non ci sarei riuscita ma, dovevo provarci, dovevo e volevo mettere alla prova me stessa

Quella sera dedicai un po di tempo a me stessa.
Mi feci un bel bagno rilassante con bagnoschiuma profumato
Mentre ero immersa nell’acqua tiepida della vasca, pensando a lui….la mia mano involontariamente scese tra le mie cosce
Era tanto che non mi accadeva
Come se si trattasse di un’altra le mie dita andarono ad esplorare la parte più intima di me, allargarono le grandi labbra andando a cercare quel bottoncino magico
Iniziarono a giocarci
Io sono sempre stata clitoridea e mio marito dedicava molto tempo ad esaltare la mia libido giocando e leccandolo quindi non ci volle molto, l’orgasmo arrivò dolcemente, rilassante
Mi alzai dalla vasca, mi depilai accuratamente la parte intima, mi misi l’accappatoio e tutta nuda andai da mio marito vogliosa.

Ahimè lo trovai addormentato abbracciato alla bimba

Quel mercoledì mio marito per puro caso sarebbe stato fuori città tutto il giorno, quindi affidai la bimba alle cure amorevoli dei nonni adducendo motivi di lavoro.

Il mio abbigliamento era sempre il solito di quando lavoro, pantaloni maglioncino con sotto canottierina e senza reggiseno (mi piaceva stare comoda del resto fortunatamente stavano ancora su da sole) e scarpe basse (ballerine)
Un filo leggero di trucco e capelli sciolti
Dovevo psicanalizzarlo non ammaliarlo
Non volevo dare adito a cambiamenti, l’avrei affrontato così

Si presentò puntualissimo ma stavolta aveva in mano un mazzolino di spighe “ per scusarmi della mia intraprendenza” mi disse
Presi il mazzolino, sorrisi e ringraziai timidamente
Feci finta di non capire
Lo feci accomodare sul divanetto come di consueto
Portammo avanti la seduta fino alla fine del tempo prestabilito ma, al momento di congedarsi scattò qualcosa in me, la mente comandava sulla razionalità, non volevo lasciarlo andar via (del resto avevo programmato tutto)
L’abbracciai e lo baciai ardentemente, così all’improvviso
Non so se lo presi di sorpresa, so solamente che non si tirò indietro
Le nostre lingue danzarono cercandosi
Afferrai la sua mano e la posi sotto il mio maglioncino invitandolo spudoratamente ad andare oltre
Non avevo dubbi, volevo metterlo e mettermi alla prova
La sua mano andò a tastare il mio seno e accortosi dell’assenza del reggiseno, si intrufolò sotto la canottiera
Un gemito di piacere mi scappò, che riempì tutta la stanza
Esplorò i miei seni, la loro consistenza per poi giocare a lungo con i miei capezzoli fino a farli indurire, reclamando di essere liberati dalla loro costrizione
Cercavo di contenermi ma, il mio respiro era diventato affannoso e quando, per la prima volta strizzò il capezzolo non potei strozzare un gridolino di approvazione che mi uscì impetuoso
Posi la mia mano sul suo pacco, sentii il suo desiderio dirompente nei pantaloni
Mi staccai dalle sue labbra, guardandolo fisso negli occhi, in un colpo solo mi liberai di maglione e canottiera
I miei seni si mostrarono a lui nella loro bellezza
Arrossii come una adolescente alla sua prima volta
I capezzoli erano irti come chiodi e reclamavano attenzione
Li osservò accuratamente poi pose le sue labbra su un capezzolo mentre l’altro veniva raggiunto dai suoi polpastrelli

Mi strizzo i capezzoli fino a farmi male, gemevo, mi stavo bagnando, il mio desiderio cresceva
Il mio monte di venere involontariamente si contorceva nella speranza di essere esplorato

Mio marito era ormai un ricordo lontano, l’odore ed il sapore di quell’uomo mi stavano stordendo, anestetizzando, ero in suo completo potere...e così fu

Sempre suggendo il mio seno spostò la mano andando a sganciarmi i pantaloni, ci volle poco che me li trovai ai polpacci

Sentii quella mano andare sulle mutandine, constatare il mio desiderio bagnandosi le dita dai miei umori.
Ero immobile, inerme, allargai leggermente le gambe per invogliarlo ad andare oltre

Mi staccai da lui e mi spoglia completamente ponendo me stessa al suo sguardo
La mia fica depilata si mostrava a lui grondante di desiderio
Le labbra ormai larghe dal piacere reclamavano di essere esplorate

“sei bellissima” esclamò

Guardandolo fisso negli occhi, presi la sua mano e la accompagnai sulla mia fica invitandolo ad esplorarla

Dopo averla accarezzata le sue dita si intrufolarono prima sulle grandi labbra poi, facendosi spazio e seguendo i miei umori, arrivare alle piccole labbra, fino a trovarne l’ingresso del paradiso.

Fu un attimo...sentii il suo dito dentro di me e la sua mano impossessarsi della mia essenza

Mi masturbò con veemenza, senza interruzioni
Inaspettatamente sentii anche una falange andare ad esplorare il buchino del culo, la cosa mi strappò un grido al tempo stesso di piacere e di paura

Non avevo mai concesso il culetto a mio marito e, non so cosa sarebbe accaduto ora
Quel dito malandrino si limitò a massaggiarmi senza forzare, ma mi dava delle scariche elettriche portentose

Non ho idea quanto tempo fosse passato ma, finalmente...ebbi il mio primo orgasmo.
Arrivò dirompente, senza preavviso, liberatorio e fu bellissimo

Si staccò da me, leccandosi le dita

Mi fece accomodare sul divanetto dove prima era seduto lui, ponendosi tra le mie cosce spalancate si inginocchiò
Sentii la sua lingua andare a leccare il mio nettare, ripulirla dei miei umori
Socchiusi gli occhi per godermi quelle sensazioni

Il mio respiro non si stabilizzò anzi, quel trattamento mi eccitava ancor di più dell’orgasmo appena raggiunto

Mi leccava, quella lingua andava ad esplorare tutto il mio essere donna fino a quando...con le labbra afferrò il mio clitoride impossessandosene

Suggeva quel clitoride come se mi stesse facendo un pompino, come aveva capito che era la parte che più mi eccitava? Non importa
Strinsi le mie gambe attorno a lui per non farlo scappare
Ero un lago di umori, il clitoride mi mandava scosse lungo tutto il corpo
Mi contorcevo di piacere sotto i colpi della sua lingua fino a quando...l’orgasmo arrivò dirompente, liberatorio

Rimasi qualche minuto senza fiato e senza forza poi… “ora tocca a me” bisbigliai

Lo feci mettere in piedi davanti a me, mi inginocchiai, gli slacciai i pantaloni andando a cercare il suo cazzo.
Lo trovai facilmente, era molto eccitato, aveva un cazzo ragguardevolmente più grande di quello di mio marito
Inaspettatamente lo trovai circonciso, quella bella cappella purpurea reclamava attenzioni

Le giuste attenzioni che mi sbrigai a dedicargli

Lo fissai negli occhi dal basso verso l’alto e poi...lo feci sparire completamente nella mia bocca
Volevo rendergli il piacere che lui aveva donato a me, del resto sono sempre stata brava nell’arte del pompino

Non ci volle molto, sapevo farmi valere...scaricò il suo desiderio in poco tempo nella mia bocca.

Non ne sprecai neppure una goccia, ingoiai tutto e ripulii sapientemente ma, quello era solo l’antipasto...ora volevo godermi tutta la cena

Il nostro non parlare, fatto solo di sguardi, era fantastico
Lui capì all’istante le mie intenzioni

Si spogliò e si distese sul divanetto come se dovessimo fare terapia

Francamente non era un bel vedere con quel pancione, ma ero attratta da lui, era più forte di me

Mi inginocchiai al suo fianco e baciandolo presi in mano il suo cazzo con l’intenzione di rinvigorirlo

La sua mano birichina andò a cercare la mia fichetta iniziando una piacevolissima masturbazione

Lo baciai su tutto il corpo mentre lui non lasciava la presa

Gli succhiai i capezzoli facendoglieli indurire come i miei

Arrivai al pancione, ci giocai, succhiai l’ombelico estorcendogli un gemito di piacere

Finalmente eccolo, il suo arnese stava riprendendo pian piano consistenza

Mi spostai staccandomi ahimè da quella piacevole mano che mi stava procurando piacere

Mi posi tra le sue gambe, imboccai il cazzo ancora barzotto ed iniziai a lavorarlo

Con una mano iniziai un massaggio prostatico (mi ricordai di averlo fatto a mio marito dopo averlo visto su internet per eccitarci)
Il risultato fu quasi fulmineo

Quel pezzetto di carne si rinvigorì in un baleno tornando il totem di prima, svettava fiero come un soldato pronto alla battaglia

Non persi tempo. mi misi a cavalcioni su di lui
Lasciai che vedesse bene mentre impugnavo la sua asta ponendola all’ingresso del mio paradiso e...lentamente mi impalai
Sentivo le pareti del mio utero dilatarsi, il piacere aumentare man mano che quel pezzo di carne si impossessava di me

Mi fermai un attimo quando fu tutto dentro per godermi il sentirmi piena e poi...ritmicamente inizia a danzare

Cavalcavo come una amazzone
Alternavo movimenti pelvici ondulatori e sussultori

Vedevo il suo pancione danzare con me ma, in quel momento mi pareva bellissimo
Sentivo le contrazioni del suo cazzo dentro di me accompagnare i movimenti

Non una parola usciva dalle nostre bocche, solo gemiti, che erano l’accompagnamento sonoro della nostra danza silenziosa

Volevo di più, così tra la delusione sua e del suo soldatino, all’improvviso uscii da lui e mi alzai

Mi guardò perplesso

Sorridendo lo rassicurai

Mi posi a quattro zampe sul tappeto in mezzo allo studio

Fu un invito a cui non poteva certo rinunciare

Come uno stallone davanti alla puledra si posizionò dietro di me, appoggiando il suo enorme ventre alla mia schiena fece perno e puntando il suo soldatino al mio paradiso...in un sol colpo fui nuovamente piena di lui

Quella posizione da sempre è stata la mia preferita, i miei seni dondolavano ritmicamente ad ogni suo affondo

Sentii le sue mani impossessarsene e giocare mentre mi infarciva come un cannolo

La sua cappellona aderiva alle mie pareti allargandomela come non mai... quando all’improvviso...arrivò inaspettato il mio orgasmo

Esplosivo, devastante, fantastico, era il terzo del giorno

Mi accasciai stremata a terra, sfinita ed appagata

Lui non sazio mi fece girare mettendosi in mezzo alle mie cosce oscenamente allargate

Il suo viso era davanti alla mia fica

Leccando avidamente ogni mia goccia mi procurava ancora piacere inaspettato

Usando quel nettare lo sentii bagnarsi una falange che poi usò per fare capolino al mio buchetto segreto

Alzando leggermente il busto e sfruttando gli addominali cercai di guardarlo negli occhi implorandogli di fermarsi ma...inutilmente

La falange sempre più birichina stava pian piano violando la parte più segreta di me mentre leccate di fica mi mandavano scosse di piacere che andavano ad affievolire il leggero dolore che provavo

Alzò la testa solo un attimo, guardandomi fissa negli occhi esclamo: hai violato la mia anima ora tocca a me

Si mise in ginocchio e strusciando la sua asta sui miei umori, puntò il suo totem al mio sfintere

Granai gli occhi impaurita “non voglio ti prego non l’ho mai fatto” urlai inutilmente

Ero il suo agnello sacrificale, inconsciamente mi ero gettata volontariamente nelle mani di colui che si sarebbe rivelato il mio aguzzino ed ora...ne pagavo le conseguenze

Con le mani possenti mi tenne ferma e lentamente si impossessava del mio culetto

“almeno fai piano te ne prego” belai ormai conscia del mio destino

Lo sentii squarciare le mie viscere

Un momento di gran dolore e poi il silenzio assordante

Ricominciò a muoversi pian piano, sapeva il fatto suo

Questa volta incominciava a piacermi, era la mia prima inculata

Pensare che a mio marito l’ho sempre negato ed ora, sono qui con un pancione fascinoso che mi sta dando piacere e mi sta facendo superare limiti e tabù inaspettati

Il tempo passava senza che me ne rendessi conto, fino a quando, ecco l’orgasmo accompagnato contemporaneamente da un suo grugnito...stavamo venendo assieme

Avevo il culo dolorante ma ammetto che fu meraviglioso, condividere quel momento assieme è stata l’apoteosi

L’orgasmo anale è diverso, più intenso e dirompente

Quante cose mi ero persa dietro al mio perbenismo pensai rivestendomi

Da quel giorno diventammo amanti, mio marito non sa nulla di noi

Quando Stefano viene per lavoro dalle mie parti ci vediamo, così come quando io vado a qualche convegno dalle sue non perdiamo occasione di stare assieme

Siamo diventati il terapeuta l’una dell’altra

Anche mio marito è contento, inaspettatamente gli ho concesso tutto ciò che voleva in fatto di sesso, ho superato ogni mio tabù e per questo ne giova anche lui









Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.2
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per La Psicologa:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni